Religioni e culti

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    indice

    - La religione in generale
    - I quattro culti
    - Antologia dei miti
    - Pantheon delle divinità
    - Calendario
    - Riepilogo di nomi e dei termini


    la religione in generale

    La religione delle terre può essere suddivisa in quattro culti: Bangheid, Slpaen, Minder e Virouw. I quattro culti, pur venerando divinità differenti, fanno riferimento ad uno stesso pantheon comune di dei e si differenziano principalmente, oltre che per gli dei principali di riferimento, per la loro posizione circa il Sonno degli dei - uno stato di incoscienza nel quale le leggende narrano siano caduti gli dei, in attesa del Risveglio - e la possibilità di limitarsi a venerare gli dei o ad utilizzare il loro potere.
    Esistono, inoltre, tre ordini religiosi principali: l'Ordine degli Stregoni (Slapen), segreto e considerato come eretico, il Conclave di Bryonia (Bangheid), gruppo dei pontefici massimi del culto considerato "ufficiale", e i membri del culto Virouw, una sorta di gruppo di monaci.



    i quattro culti


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    Slapen Il culto praticato dall'Ordine di Stregoni e parte della popolazione. Secondo questo culto, è dovere dei fedeli cercare di destare gli dei dal Sonno, utilizzandone la forza residua per praticare i propri riti. La massima autorità riconosciuta è il Patriarca degli Stregoni. Secondo questo credo, al Risveglio delle divinità, "gli dei cammineranno in mezzo ai mortali trattandoli come loro pari".
    praticato da→ Membri dell'Ordine degli Stregoni, Emophiler e Lhupegis.
    obblighi→ Il volere del Patriarca è sacro. Prendere parte ai culti è dovere del fedele. Il Risveglio degli dei è l'unico vero fine dell'esistenza del fedele. Il volere della Regina non è sacro, ma la sua autorità deve comunque essere riconosciuta. Il buon fedele può agire e comportarsi individualmente secondo la propria morale e le proprie possibilità, purchè non violi gli insegnamenti del credo o le volontà del Patriarca.
    divieti→ Aderire ad un altro culto è peccato. Adorare divinità che non facciano parte del Pantheon riconosciuto è peccato. Impedire in alcun modo il Risveglio degli dei è peccato. Ostacolare le attività dell'Ordine è peccato. Unirsi con un umano è peccato. Unirsi con qualcuno che abbracci un altro credo è peccato.
    festività e riti→ Tra i riti praticati più comuni troviamo le pratiche di trasformazione di umani in Lhupegis o Emophiler. Questi riti vengono solitamente eseguiti nel mese di Drie. Il loro svolgimento è sconosciuto e perfino gli stessi umani coinvolti nella cerimonia sembrano dimenticarlo. Tutto ciò che ricordano è il monito a recarsi circa ogni mese al santuario dove si è svolto il rito (solitamente in uno dei vari santuari di Ashdan, sparsi per tutti i regni) per rinnovarne l'efficacia.
    Altri riti praticati nei mesi di Acht e di Elf sono propiziatori per il combattimento o hanno principalmente lo scopo di creare nuove razze dalla forza quasi divina. A questo proposito esiste un vero e proprio mercato di lacrime di ninfe, sangue di dunkeljior, pelle di rahmsesi e prodotti simili, necessari per queste cerimonie. Solitamente le creature frutto del rito che non si dimostrano abbastanza valide vengono abbandonate od uccise.
    Non esistono particolari festività del culto Slapen, ma non è affatto raro che i fedeli prendano parte a ricorrenze di altri culti, specialmente del culto Bangheid.
    I matrimoni in fede Slapen non sono riconosciuti dalla Regina e dall'Impero. La fede Slapen accetta e celebra matrimoni tra qualsiasi specie ed incrocio, purchè non tra umani e sijadim. Il matrimonio Slapen si svolge davanti ad un membro veterano dell'Ordine (che ha quindi aderito al culto da almeno 17 anni) o al Patriarca stesso. Il giorno stabilito, la sposa indossa una tunica senza orli fissata con una cintura con un nodo triplo e un mantello color vermiglio, ai piedi dei sandali. Un velo scuro può coprirle la parte superiore del viso; al di sopra del velo è posta una corona intrecciata di maggiorana e verbena o di mirto e fiori d'arancio. Allo sposo è richiesto di indossare abiti semplici. Al momento della cerimonia, i futuri coniugi si feriscono entrambi il palmo destro con un pugnale, per poi farle aderire. Il contatto del sangue dei due sposi segna ufficializza l'unione.
    culto ufficiale a→ Il culto è uniformemente diffuso, per quanto questo in molti regni sia considerato al pari di una setta perversa.


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    Bangheid Si tratta del culto ufficiale riconosciuto dalla Regina e praticato dalla maggior parte della popolazione. A differenza del culto dello Slapen, questo prevede che gli dei non debbano interrompere il Sonno, continuando a riposare per l'eternità. Il Risveglio non potrà infatti portare che alla caduta del potere dei mortali e dunque all'apocalisse.
    Alla morte di una regina senza eredi, è compito del Conclave di Bryonia, gruppo dei pontefici massimi del culto Bangheid, eleggere la successiva Regina. Infatti possiedono diversi territori sparsi per il regno nei quali educano ninfe orfane per la loro possibile ascesa al potere.
    praticato da→ La maggior parte della popolazione. In particolare da Ninfe, Bnashee, Dunkeljor e Melinir.
    obblighi→ Il volere della Regina è sacro. Prendere parte alle festività è dovere del fedele. Il volere di altre autorità che non siano la Regina non sono sacri, ma se determinato dalla Regina devono essere riconosciuti. Il fedele deve essere in costante atteggiamento di timore e devozione verso gli dei e la Regina. Il buon fedele possiede calma d'animo e disprezza l'impulsività sconsiderata. Il buon fedele accetta la propria condizione sociale e le proprie ricchezze pacificamente, non cercando in nessun modo di ostacolare il volere degli dei e della Regina. Il buon fedele disprezza la razza umana ed i suoi discendenti.
    divieti→ Aderire ad un altro culto è peccato. Adorare divinità che non facciano parte del Pantheon riconosciuto è peccato. Usare la forza degli dei per scopi personali (vedi riti culto Slapen) è peccato. Ignorare il volere degli dei è peccato. Profanare luoghi sacri è peccato. Unirsi con un umano è peccato capitale, punibile con l'esecuzione dell'umano. Proteggere un umano dall'esecuzione è peccato. Unirsi con razze differenti dalla propria è peccato. Profanare le ancelle della dea (Banshee) è peccato capitale, punibile con la morte. Cercare di indurre in qualsiasi modo il Risveglio degli dei è peccato. Attentare alla vita della famiglia reale è peccato. Attentare alla vita della Regina è peccato capitale, punibile con la morte o l'esilio. Il tradimento coniugale è peccato. L'uccisione della madre o del padre da parte del figlio è peccato. L'uccisione del figlio da parte della madre o del padre è peccato capitale, punibile con la morte o l'esilio. Il furto è peccato.
    festività e riti→ La festività più importante è la festa del Wisaak, che ricorda i tre momenti fondamentali della vita della dea (nascita, creazione e caduta), celebrata il quindicesimo giorno di Negen. Si tratta di un'enorme celebrazione di tre giorni, che prende luogo in tutta la capitale e dintorni. Durante questo periodo di tempo, è vietato per qualsiasi cittadino lavorare o svolgere qualsivoglia attività che non sia pregare la dea o prendere parte alla festività. Sono chiaramente esonerati da ciò coloro che partecipano all'organizzazione dell'evento.
    Nella notte tra il secondo e il terzo giorno si svolge una tipica cerimonia che prevede, oltre alla designazione di fanciulla (definita come Esteel) del popolo che impersonerà la dea, un ciclo di danze in mezzo alla più grande piazza della citta fino al sorgere del sole. E' tradizione che i figli o le figlie della Regina in carica ballino tutta la notte con il proprio promesso sposo (Mejse) per ricevere l'approvazione della dea per il futuro matrimonio. Il Mejse di ciascun reale sarà sempre unico fino alla morte, e potrà cambiare solo nel caso il figlio della Regina si sposi, oltraggiosamente, con qualcun altro. La Regina non dovrà ballare, ma dovrà sedere invece affianco alla Esteel per tutto il tempo, osservando il proprio popolo impegnato nei festeggiamenti.
    Durante tutto il Wisaak si evita in ogni modo di uccidere qualsiasi essere vivente, ci si alimenta esclusivamente in modo vegetariano ed è severamente proibito bere alcolici o fare uso di sostanze inebrianti.
    Nel culto Bangheid non esistono rituali che sfruttino la forza degli dei (vedi riti del culto Slapen) ed è severamente proibito per i fedeli prenderne parte.
    Gli unici matrimoni riconosciuti dalla Regina e dall'Impero sono quelli eseguiti in fede Bangheid. Non sono consentiti matrimoni tra umani, lhupegis, emophiler, sijadim, melinir, incroci (esclusi i figli delle banshee). Le Ninfe possono sposarsi tra loro, con un Pluvkhe, con un Ashkemskin, con un Rahmsesi, con un Dunklejor e con i figli delle banshee. Tuttavia, poiché l'unione carnale tra una Ninfa e un membro di un'altra razza è considerata peccato, i figli della coppia dovranno essere concepiti autonomamente dalla Ninfa, secondo le consuetudini della razza (vedi Incroci, unione a + a).
    Il matrimonio Bangheid può essere celebrato dalla Regina, da un membro del culto Virouw dell'età di almeno 20 anni, da una Banshee, da un qualsiasi membro della famiglia reale del Regno purché dell'età almeno 15 anni o da un qualsiasi membro del Conclave di Bryonia. Entrambi gli sposi, la sera prima del matrimonio, pregano gli dei. In particolare, la futura sposa è impegnata nel rituale del taglio e della donazione di una ciocca di capelli, inteso come un rito di passaggio prima del matrimonio. Questa offerta ha anche un fine propiziatorio, poichè stabilisce una sorta di legame tra la sposa e gli dei, che potrebbero proteggere e favorire l'unione matrimoniale.
    Il giorno della cerimonia la sposa indossa una vesta leggera, spesso di color blu scuro o bianca ornata da sottili fili d'oro. I capelli sono raccolti in un'acconciatura ed intrecciati con fiori di lavanda, di ciliegio o di una qualsiasi pianta tipica del Regno dove viene celebrato il rito matrimoniale. Il volto della sposa è pulito e privo di trucco. Lo sposo indossa abiti semplici. Dopo aver recitato per tre volte una preghiera di rito rivolta alla dea, la Regina o chiunque stia celebrando il matrimonio domanda per una volta allo sposo se vuole prendere in moglie la comapagna, e dopo il suo consenso, per tre volte alla donna se vuole prendere il compagno come marito. Dopo l’assenso della sposa l’unione dei due sposi è ufficiale e consacrata. A questo punto la cerimonia è conclusa e si dà inizio ad un banchetto nuziale che dura sino al tramonto. Solitamente alla sposa è richiesta una dote.
    culto ufficiale a→ Daneka e tutto l'impero.


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    Virouw Il culto praticato dai monaci e dai religiosi delle isole di Iekem. Secondo questo culto, nessun potere degli dei è pari a quello intriso nei cosiddetti Occhi della dea (due amuleti all'intnerno dei quali è incastonata una grossa pietra preziosa dai riflessi azzurro cielo), e che tuttavia necessitano di essere riuniti per venire utilizzati. Gli Occhi della dea hanno il potere di "creare o distruggere qualsiasi elemento." In particolare, i fedeli di questo credo venerano e riconoscono solo la dea madre e dedicano la propria vita alla ricerca dell'Occhio mancante (che si pensa si trovi tra le sabbie di Melsos o i fertili terreni di Lemne) e della formula per tentare il rito. Quello che si crede essere il primo Occhio è custodito gelosamente in un tempio dell'isola di Rojin (Regno di Iekem).
    praticato da→ religiosi dell'isola di Rojin e da piccoli gruppi isolati a Melsos e Lemne.
    obblighi→ Il volere della dea è sacro. Prendere parte ai culti e alle festività è dovere del fedele. Il volere di altre autorità che non siano la dea non sono sacri, ma se determinato dall'autoritò terrena in carica (la Regina) devono essere riconosciuti. Il fedele non si esprime sul Risveglio degli dei. L'unico vero fine dell'esistenza del fedele è la ricerca e l'adorazione della dea e dei suoi Occhi. Il fedele non si esprime riguardo le vicende socio-politiche che animano il mondo terreno. Il buon fedele si interessa e si esprime solo riguardo il proprio credo.
    divieti→ Aderire ad un altro culto è peccato. Adorare divinità che non siano la dea è peccato. Profanare luoghi sacri alla dea è peccato. Unirsi con un umano è peccato capitale, punibile con l'esilio e l'esclusione dalla comunità di fedeli. Profanare le ancelle della dea (banshee) è peccato. Cercare di indurre od evitare in qualsiasi il Risveglio degli dei è peccato. Attentare alla vita di uno dei membri della comunità di fedeli è peccato. Prendere parte alla vita socio-politica dei Regni è peccato. Ostacolare la ricerca e l'adorazione degli Occhi è peccato.
    festività e riti→ Il culto Virouw prevede un calendario di festività religiose parecchio ampio. In particolare, il ciclo di processioni rituali durante la luna luna di Vier e la luna di Tien vengono considerate di fondamentale importanza per i fedeli.
    I matrimoni Virouw sono celebrati in fede Bangheid (vedi riti e festività Bangheid), secondo le stesse regole.
    culto ufficiale a→ Isola di Rojin (Regno di Iekem).


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    Minder
    Il "culto" praticato dalle varie minoranze presenti nell'impero. Il termine non indica in verità un culto unico, quanto più di un insieme alquanto variegato di credi che prevedono solamente l'adorazione di divinità minori e che variano da popolazione a popolazione. In generale:
    praticato da→ Rahmsesi e Ashkemskin (che adorano le divinità della fiamme Luinil e Lumbar, ed i loro figli), Pluvkhe (che adorano la divinità dei fiumi Maranel, la semidea Iriel e Rojin, la prima Pluvkhe), Sijadim (che adorano la divinità dei fiumi Jaranel e Vymn, il primo Sijadim), parte degli umani (che adorano Faris, il primo umano).
    obblighi→ Il volere della Regina non è sacro, ma deve essere riconosciuto. Prendere parte ai culti e alle festività è dovere del fedele. Il buon fedele non crede nel Risveglio delle altre divinità al di fuori delle proprie. Il buon fedele non cerca di indurre od evitare in qualsiasi il Risveglio dei propri dei, affidandosi alla loro unica e suprema volontà.
    divieti→ Aderire ad un altro culto è peccato. Adorare divinità che non siano le proprie (e che variano da razza a razza) è peccato. Usare la forza dei propri dei per piegare la natura è peccato. Ignorare il volere dei propri dei è peccato. Profanare luoghi sacri ai propri dei è peccato capitale, punibile con la morte. Profanare le ancelle della dea (banshee) è peccato. Il tradimento coniugale è peccato. L'uccisione della madre o del padre da parte del figlio è peccato. L'uccisione del figlio da parte della madre o del padre è peccato capitale, punibile con l'esilio o la morte. Il furto è peccato.
    festività e riti→ Il matrimonio in fede Minder non è riconosciuto dallo Stato. Il matrimonio Minder, pur variando da razza a razza, generalmente è celebrato dagli anziani della comunità o dai sacerdoti e dalle sacerdotesse del culto.
    Il matrimonio delle comunità Rhamsesi e Ashkemskin aderenti al culto presenta diverse somiglianze, considerando che molto spesso queste razze tendono ad unirsi tra loro.
    Le future spose vengono spesso preparate al matrimonio e ricevono consigli dalle anziane della comunità circa l'amministrazione della casa, l’educazione dei bambini e la vita coniugale. Alcune comunità celebrano cerimonie di preparazione molto elaborate, che includono il tatuaggio dell’addome della sposa con simboli o formule di magia rudimentale che mirano a valorizzarne la bellezza. Solitamente, il giorno prima del matrimonio la sposa viene fatta immergere in un bagno di olio di sandalo assieme alle sue sorelle, o alle amiche più strette. La futura sposa indossa una corona di nastri color vermiglio e rami bruciati. Una delle anziane della comunità segna la fronte della ragazza con la polvere di un arbusto bruciato. Le sorelle o le amiche più strette intonano dei canti rituali. L’intera comunità normalmente partecipa alla cerimonia vera e propria, che può durare anche una notte intera. La sposa indossa una veste dai colori accesi, ornata da vari veli, scialle e gioielli. Lo sposo è a petto nudo, ricoperto da simboli rituali disegnati con legno bruciato dai bambini della comunità. Gli sposi competono l’uno con l’altra in una danza tradizionale attorno al fuoco la sera del giorno della celebrazione. Nel mentre i membri della comunità intonano canti rituali accompagnati da percussioni con un ritmo crescente. Al termine della danza è previsto un banchetto. In molte comunità il vincitore della danza rituale viene onorato dagli anziani della comunità, i quali uccidono una capra in suo onore. In alcune comunità lo sposo è spesso trattato con disprezzo dalla famiglia della sposa, perché sta portando via un membro della loro famiglia.
    Il matrimonio nelle comunità di Pluvkhe presenta alcune differenze a seconda che si tratti di un matrimonio tra una comunità di Pluvkhe di fiume (prevalenti nei territori di Jahdva) o tra una comunità di Pluvkhe di mare (prevalenti nei territori di Iekem).
    Le future spose Pluvkhe trascorrono solitamente la notte prima del rito matrimoniale isolate dalla propria tribù, in alcuni luoghi ai margini della comunità designati dalla tribù stessa. Pregano e cantano lodi alle divinità dei fiumi fino al sorgere delle prime luci dell'alba, quando sono tenute a ritornare nella comunità. I futuri mariti, al contrario, trascorrono la prima notte pregando in compagnia della propria famiglia e degli amici più stretti, unicamente di sesso maschile. Nel caso dei Pluvkhe di fiume è possibile che trascorrano, in alternativa, la notte cacciando, in solitudine o con gli amici più intimi. Il mattino seguente i due sposi vengono condotti ad una fonte di acqua pura (Pluvkhe di fiume) o sulla costa (Pluvkhe di mare), accompagnati da due testimoni, solitamente amici o membri della famiglia, scelti precedentemente dalla sposa per il marito e dal marito per la sposa. Il rito nuziale vero e proprio viene celebrato da un anziano della comunità, attraverso una serie di preghiere ed odi recitate da lui, dai futuri coniugi e dai testimoni. La sposa e lo sposo vengono poi fatti immergere nella fonte o sulla riva del mare dove, nel caso dei Pluvkhe di fiume, è consuetudine che i due coniugi debbano consumare sotto gli occhi dell'anziano e dei testimoni, in modo tale da rendere il matrimonio valido; non è rilevante che la sposa o lo sposo siano vergini al momento del rapporto. Tale tradizione si è persa nelle comunità di Pluvkhe di mare: i due coniugi, infatti, solitamente si limitano ad un bacio simbolico. In seguito alla cerimonia solitamente i due coniugi festeggiano assieme a parenti ed amici a loro discrezione, in modo peculiare per ogni comunità o, addirittura, famiglia.
    Il matrimonio tra Sijadim è una delle celebrazioni che coinvolge maggiormente l'intera comunità. All'alba della giornata in cui verrà celebrata la cerimonia, tutti i bambini del villaggio vengono incoraggiati a danzare e cantare in onore dei due sposi tra un'abitazione e l'altra. Tali danze, cui, in seguito alla cerimonia si aggiungono tutti i membri della comunità, possono durare fino a tarda notte. La sposa viene fatta vestire con una tunica di stoffa cucita dalle sorelle o dalle cugine e ornata da una pelle di animale cacciato due sere prima dal padre dello sposo o dallo sposo stesso. I suoi capelli vengono raccolti in delle trecce; una ciocca viene recisa, e poi bruciata. Il suo corpo viene ornato da disegni rituali fatti con la cenere dei capelli bruciati. Lo sposo si presenta in abiti da caccia ed il capo totalmente rasato e dipinto. La cerimonia, cui assiste l'intera comunità, consiste in una lotta tra i due sposi, che continua finché uno dei due non immobilizza l'altro. Il ritmo della lotta viene incalzato dai canti dei bambini e dall'utilizzo di alcune percussioni rudimentali percosse dagli amici degli sposi. Al termine della lotta il sacerdote del villaggio bacia entrambi i palmi sinistri dei due sposi; i festeggiamenti, che consistono in danze e banchetti, possono continuare anche fino a cinque giorni. Il matrimonio Sijadim può essere celebrato anche tra due donne o tra due uomini, con pressoché le stesse modalità.
    culto ufficiale a→ solamente nelle zone di insediamento di Sijadim e umani, sebbene praticata da una buona fetta della popolazione.



    antologia dei miti



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    la nascita di estele C'era solo il lago senza nome, generato dalle fredde lacrime del vuoto. Nulla vi era sulla superficie, e nulla vi nuotata. Non vi era cielo, non vi era erba, e non vi erano i nomi del cielo e dell'erba. Non vi era esistenza, se non quella di una ninfea nera, nel centro esatto del nulla.
    I petali della ninfea erano scuri come l'ombra che ricopriva il vuoto e come la stessa acqua nella quale galleggiava. La ninfea era sterile e pura, pregna del vuoto. Non vi era vita e non vi erano gli dei degni di essere chiamati tali.
    La ninfea, ispirata dal sussurro delle epoche che sarebbero venute e dalle cose che avrebbero avuto un nome, iniziò a gonfiarsi di quello stesso vuoto di cui era pregna, generando dal vuoto l'essere, e dall'essere la vita. E la vita stessa prese il nome di Estele, figlia della sterile ninfea nera, figlia del vuoto e dell'essere, figlia dei sussurri di epoche che ancora dovevano venire e di nomi delle cose che ancora non esistevano, figlia del buio e del lago.
    La ninfea sterile si ruppe, e rovesciandosi, fece emergere dall'oscura acqua Estele. E sul fondo del lago dove gli dei che non erano degni di essere chiamati tali non potevano respirare, lei fece il suo regno. Sul fondo del lago dove nessuno poteva guardare e dove si era soli, lei crebbe.
    Il Tempo nacque sul fondo del lago, e lei gli diede nome. E dal Tempo si generò l'Energia, e lei le diede nome. Energia e Tempo riempirono il lago ombroso, scacciando il vuoto e gli dei che non erano degni di essere chiamati tali. La sterile ninfea divenne Terra, e lei le diede nome. E dalla Terra si crearono alberi e nuovi laghi, deserti e mari, foreste e ghiacciai, secondo i volere di Estele, figlia della sterile ninfea nera, figlia del vuoto e dell'essere, figlia dei sussurri di epoche che ancora dovevano venire e di nomi delle cose che ancora non esistevano, figlia del buio e del lago, madre del Tempo e dell'Energia, madre del Divenire, madre dei Nomi, scacciatrice degli dei che non erano degni di essere chiamati tali, Prima Dea e Dea Madre.
    Ma tra gli elementi generati dalla ninfea sterile non vi era armonia, e vi era solo il caos. Perciò da ogni petalo della ninfea sterile e nera si generò una divinità differente, secondo la volontà di Estele, Madre degli Dei. Tra gli altri, Ashdan, Jaramel, Maranel, Hana, Serana, Bryonia, Luinil e Lumbar poterono compiacersi del Tempo e dell'Energia.
    Allora Estele osservò la bellezza del mondo generato dalla ninfea sterile e nera e degli Dei che vi camminavano portandovi armonia, e volle camminare con loro. La Dea Madre rivelò quindi ai suoi figli il proprio aspetto, e la propria bellezza superò ancor di più quella del mondo appena nato. Gli Dei e gli elementi si inchinarono al suo cospetto, mentre Tempo ed Energia volteggiavano nello spazio.


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    le ancelle di estele Estele pose la propria corte e dei suoi figli sulla cima delle montagne più alte di tutte le terre, in modo da poterne apprezzare la bellezza. Tuttavia le terre erano vuote, e questo diede tristezza a lei e agli altri Dei. Lacrime cristalline rigarono i loro volti per lune intere, finché da queste non nacquero le prime creature delle terre, secondo la volontà di Estele. Queste erano belle ed aggraziate, dai volti femminili e dalle membra giovani. Le Ancelle della Dea, figlie delle lacrime degli Dei, erano pure, e non potevano essere toccate. Questo era l'ammonimento che la Dea Madre impose ai suoi figli ed ai figli dei figli. Le figlie delle Ancelle della Dea sarebbero state il respiro, la voce e le lacrime degli Dei sulle terre e mai di origine carnale, così come le figlie delle figlie, e le figlie delle loro figlie. Mai il ventre di un'Ancella della Dea avrebbe generato un'Ancella della Dea. E mai il sangue di un'Ancella sarebbe dovuto essere versato, perché sarebbe stato male.
    Le Ancelle della Dea erano pure anche di mente e d'intelletto, e presto Estele le fece sue consigliere, al pari dei suoi figli. E queste si inchinarono al cospetto della figlia della ninfea nera e sterile, ammirandone la bellezza.
    La Dea generò un'ultima figlia, ed essa fu immortale. Sarebbe stata a capo di tutte le creature in terra e capo anche delle Ancelle, con saggezza e giustizia. E così sarebbe sempre stato, per i figli e le figlie dei figli e delle figlie, e per i figlie e le figlie dei loro figli e delle loro figlie. Avrebbe generato dalle ninfee non nere e non sterili poiché era da esse che prendeva il suo nome e poiché era da una di esse che era stata generata. La sua debolezza sarebbe stata nel cuore, poiché era nel cuore che Hana, invidiosa, avrebbe sempre cercato di colpirla.



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    Il primo umano Estele aveva una figlia, e questa si chiamava Hana. Era la più giovane di altre due sorelle, Serana e Bryonia, che eccellevano una per mente e l'altra spirito.
    Hana era la più volubile delle tre sorelle, nonché la più sconsiderata. Non si accontentava di poter ammirare la bellezza del mondo dall'alto della corte degli Dei, bensì voleva camminare in mezzo alle terre come gli Dei facevano un tempo ed in mezzo a quelle creature che le terre stesse avevano incominciato a generare.
    Fu per questo che, resesi di una forma simile a quella dei figli delle terre, camminò insieme a loro, contro la volontà della Dea Madre. I figli delle terre erano rozzi, e non conoscevano né sapienza né volontà, poiché Serana e Bryonia si erano rifiutate di camminare assieme a loro. Erano governati solo da Hana, poiché essa aveva deciso di infondersi in loro.
    Uno fra loro, Faris, riuscì particolarmente ad interessare la dea. Egli infatti era in grado di parlare pur non conoscendo parole, e di comunicare con Hana pur non conoscendo un linguaggio adatto agli Dei. E più la dea si interessava all'umano, più questa si abbassava a lui, assumendo sembianze sempre più simili a quelle dei figli delle terre. Ed i figli delle terre, più l'umano diventava oggetto d'interesse per la dea, più iniziavano percepire la forza della dea stessa infondersi in loro, divenendo parte delle loro membra.
    Dopo pochi soli, della forza divina di Hana non rimase nulla, poiché era stata tutta avidamente raccolta dai figli delle terre, che l'avevano resa propria. La dea stava morendo, divenendo completamente figlia della terra. Faris, che possedeva un potere simile a quello della dea ancor prima di incontrarla e che già da solo conosceva il linguaggio senza parole non adatto agli Dei, volle cercare di evitare la morte della dea che amava. Si unì completamente ad Hana, e ad entrambi questo piacque. La stessa dea comprese che esisteva una bellezza ulteriore rispetto a quella della Dea, che era in ogni cosa del mondo, e che deriva da quell'umano e dal linguaggio senza parole che era diventata la loro lingua, non adatta agli Dei, ma adatta ai mortali. Ma questo non seguiva la volontà della Somma e Prima Dea, che non riconosceva i figli delle terre come propri figli né il linguaggio senza parole come propria lingua.
    Fu per questo che, oltre a donarle la propria forza, Faris donò alla dea anche un figlio. E questo nacque, ma brutto e deforme, secondo la volontà della Somma Dea. Vedendo l'aspetto dell'orribile creatura che il proprio ventre aveva generato la dea ormai caduta preferì annullarsi completamente, piuttosto che continuare ad esistere con la consapevolezza di aver generato tanto male da quella che credeva una bellezza così grande. E così si uccise alla maniera degli umani, sensibilmente, piantando un pugnale in quello stesso ventre che aveva generato tanto orrore.
    Faris trovò il corpo di Hana al limitare del bosco, poco distante dalla creatura deforme, e capì che quella era la punizione della Dea. Pianse sul corpo della dea amata pregando alla Dea di manifestarsi e pregando la Vita di ricominciare a scorrere in quel corpo pallido più mortale che divino. Ma il primo umano aveva profanato la dea amata, e per questo le sue preghiere non sarebbero state ascoltate. Nessuna divinità si sarebbe più arrischiata a camminare assieme ai mortali, che così avidi, non potevano che rubarne il potere e corromperne lo spirito.
    Il primo umano venne maledetto, e così tutta la sua stirpe, secondo il volere della Dea Madre. Lo spirito della dea che aveva ucciso l'avrebbe perseguitato, poiché egli l'avrebbe sempre rivisto nei propri avidi fratelli e nei propri figli, che ne erano pregni.
    La creature deforme e debole nata dall'unione tra l'umano e la dea caduta era il primo di quelli che ora sarebbero chiamati Melinir.



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    il mito di iuhen Vi era un gruppo di sei uomini che risiedeva ai piedi della corte degli Dei. Essi erano meritevoli e benvoluti da Bryonia, che li ispirava, e dalle Ancelle, sotto le quali avevano protezione. Essi erano forti nella mente, e potevano vedere gli Dei. Si inchinavano all'ultima figlia della Dea, che chiamavano Regina, ed alla Dea stesa, che per loro era Madre.
    Tuttavia essi erano anche umani, e non conoscevano linguaggio adatto agli Dei, poiché Hana giaceva nelle membra dei figli delle terre. Ed Hana, che era debole di spirito attirava Seriw, figlia di Ashdan e Bryonia, che era per loro, che erano saggi, ancor più grande debolezza. E Seriw corrompeva sia animo che mente, poichè era sprezzante degli Dei e non temeva di camminare tra i mortali.
    C'era un giovane, Iuhen, che era suo prediletto. Esso infatti era figlio di Seriw e di Faris l'empio. Faris infatti, allontanatosi dai propri fratelli che vedeva avidi e pregni dello spirito di Hana, aveva cercato rifugio in Seriw, che gli era apparsa per unirsi a lui.
    Il figlio della dea e dell'empio era bello e dalle membra giovani, ma disprezzava gli Dei, così come il padre e la madre. Tuttavia godeva di una mente fresca, poiché Bryonia lo ispirava.
    Il giovane superbo dopo lune di cammino giunse alla corte dei saggi, poiché voleva farne parte. Ma i saggi si inchinavano agli Dei e alla Dea Madre, e perciò non accettarono il figlio dell'empio. Tuttavia Seriw, che favoriva il giovane superbo, camminò con lui, insegnandogli il linguaggio adatto agli Dei che i saggi figli delle terre ma benvoluti dagli Dei ardevano di conoscere.
    Quando Iuhen comunicò ai sei uomini ciò che Seriw gli aveva insegnato, i saggi decisero di renderlo uno di loro. E così furono Sarnoron l'Arguto, Sinton il Giovane, Firion il Morente, Araton il Fedele, Bor lo Straniero, Thauron il Muto e Iuhen il Superbo. Ma Seriw camminava in mezzo a loro, e camminava a testa alta. I sette saggi si rifiutarono per sette lune di sacrificare agli Dei, poiché ora ne conoscevano il linguaggio e non vi dovevano più nulla. Essi irritarono gli Dei, di cui persero la benevolenza. E da figli delle terre dalle terre stesse furono ritirati e relegati sul fondo di una grotta delle montagne il cui accesso era proibito, assieme a Seriw, che aveva camminato con loro, secondo il volere della Dea Madre. Lì i sette figli delle terre si addormentarono nella loro prigione nell'attesa della morte. Ma la forza divina di Seriw era sempre più pregna in loro, e mentre la dea moriva, loro vivevano in attesa della Giusta.



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    il mito di melisos piaghe illusioni lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Quisque dignissim id tortor vitae tincidunt. Nunc tellus felis, laoreet at massa at, feugiat imperdiet eros. Morbi dui tortor, blandit quis sem ultrices, placerat rutrum augue. Sed lectus augue, tempor sit amet cursus eu, ornare in justo. Fusce vitae quam gravida, tincidunt ipsum id, vulputate dolor. Fusce ut dapibus augue. Nam condimentum nisi eu felis fermentum consequat.



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    il mito di iriel Le scritture narrano che gli abitanti della piccola Kernel avessero deciso, dopo innumerevoli anni di lotte con le creature dei territori circostanti, di costruire un muro che potesse finalmente separare la fertile Lemne dalla paludosa e malsana Jahdva.
    Nonostante i loro sforzi, però, nessuna difesa sembrava abbastanza robusta da resistere alle terribili invasioni di uomini e Golem. Ogni volta che un progetto veniva terminato, Jaramel gonfiava le acque della palude e la corrente di creature trascinava via con sé il fragile lavoro dei buoni uomini. Fu così che i cittadini decisero, su consiglio di una giovane e potente fanciulla del luogo, di chiedere aiuto alla sorella dell'iraconda divinità dei fiumi, Maranel, la giovane dagli occhi del colore degli zaffiri più blu di Melsos e dalla pelle più liscia della seta degli abiti della Dea Madre. Ciò che gli stolti cittadini tuttavia non sapevano era che Iriel, la potente fanciulla che aveva suggerito l’espediente non era nientemeno che la figlia della dea, desiderosa di poter vendicarsi contro la propria divina e vanitosa madre, la quale le aveva brutalmente fatto strappare gli occhi da uno stormo di corvi, ritenendone le splendide iridi ancor più scure e profonde delle proprie. La nobile fanciulla accecata e piena di rancore, tuttavia, non poteva certo dirsi priva di ingegno e furbizia. Il prezzo che infatti la vanitosa dea richiedeva per il proprio operato non era che un’anima. In cambio dell’anima della prima creatura che avesse attraversato il muro, infatti, Maranel avrebbe realizzato un robustissimo muro.
    Iriel pregò giorni e notti la Dea Madre, priva anch’essa della vista, perché potesse rendere possibile la propria vendetta. Dopo quattro giorni ed i sacrifici di consuetudine, la Dea finalmente la ascoltò, e le suggerì all'orecchio l’inganno, pur raccomandandole di non lasciarsi accecare una seconda volta, questa volta dalla sete di vendetta.
    - Ricorda - mormorò infatti nell'antica lingua degli dei e dei potenti, che Iriel aveva il dono di comprendere, - è tanto facile ingannare il nemico quanto l’amico più vicino. -
    Quando la costruzione fu pronta, Jaramel tentò una nuova tempesta che però, diretta dalle mani della Somma Dea, non fece altro che trascinare Maranel giù dalla propria reggia sui monti di Iuehen fino alle dolci pianure di Lemne. La dea adirata, intrappolata nel vortice di venti, venne condotta verso l’unico passaggi del muro, in modo tale che fosse la sua stessa anima a fare da sacrificio.
    La giovane Iriel, tuttavia, alla notizia dell’arrivo della madre che tanto l’aveva dannata, si divincolò dalla debole stretta del proprio compagno, Samnel, il quale era anch'esso venuto a conoscenza dell’ammonimento, ma non dell’inganno, della Dea Madre, e corse alla cieca verso la madre, tentando di assalirla, e di rubarle a sua volta gli occhi.
    Samnel, che era più veloce di lei, la superò, cercando di intercettarla prima che attaccasse Maramel e venisse spazzata via dai venti ma, ignorando il prezzo del ponte, così facendo superò anche la porta del muro e, in un urlo strozzato, si dissolse, assieme alla propria anima.
    Iriel, udendo quello che era stato l’ultimo respiro di Samnel, si bloccò poco prima di raggiungere la madre che scomparve a sua volta. Lo chiamò urlando, inutilmente, pur sapendo che il prezzo era stato pagato, e che nulla avrebbe potuto riportare indietro il proprio compagno.
    Il mito narra che i lamenti e la disperazione della fanciulla fossero diventati talmente insopportabili da aver costretto gli abitanti del paese, atterriti, a cercare di porre fine alle sue sofferenze in qualsiasi modo. La natura di Iriel era però in parte divina, e ciò le rendeva impossibile morire per mano di uno della comunità di contadini.
    Si decise quindi di murare viva la fanciulla nel tratto più a sud del muro, non prima però di averle donato un paio di occhi di un cerbiatto, si dice servitore di una banshee delle montagne, ucciso da un cacciatore di passaggio, cercando di assicurarle un ultimo possibile sollievo.
    Dal giorno in cui la giovane divenne parte della lunga costruzione, il muro prese il nome di Muro di Iriel. Le leggende narrano che, nelle notti più silenziose, sia ancora possibile udire le urla strazianti della ragazza.



    pantheon delle divinità



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    estele
    dea madre

    Estele è la divinità principale, generata dal vuoto e madre della Terra e dei suoi esseri viventi, del tempo e dello spazio.

    epiteti e altri nomi: Dea, Dea Madre, Madre degli Dei, Ninfa Madre, Madre, Prima Dea, Figlia della sterile Ninfea Nera, Figlia del vuoto e dell'essere, Figlia dei sussurri di epoche che ancora dovevano venire e di nomi delle cose che ancora non esistevano, Figlia del buio e del lago, Madre del Tempo e dell'Energia, madre del Divenire, Madre dei Nomi, Scacciatrice degli dei che non erano degni di essere chiamati tali.
    culto: Slapen, Bangheid, Virouw.
    simboli: Ninfea, donna bendata, occhi, corona.
    festività e riti: Wisaak, matrimonio Bangheid, incoronazione della Regina.
    rapporti con altre divinità: Madre di Ashdan, Jaramel, Maranel, Hana, Serana, Bryonia, Luinil, Lumbar, Tempo ed Energia.


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    Ashdan
    dio della guerra

    Ashdan è la divinità maschile della guerra. Rappresenta l'aspetto più cruento di questa e la morte violenta. Si nutre delle anime dei caduti in battaglia e degli esseri viventi che vengono consacrati a lui.

    epiteti e altri nomi: Divoratore di anime, Divoratore, Guerriero, Affamato, Signore (Slapen), Sommo (Slapen).
    culto: Slapen, Bangheid.
    simboli: Armatura, sangue, ferro, nodo triplo, il numero 8, terriccio, mirto, fiori d'arancio.
    festività e riti: La maggior parte dei riti del culto Slapen.
    rapporti con altre divinità: Figlio di Estele; fratello di Jaramel, Maranel, Hana, Serana, Bryonia, Luinil, Lumbar; amante di Firyal.



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    firyal
    dea della guerra

    Firyal è la divinità femminile della guerra. Rappresenta la strategia militare, l'inganno e la discordia tra i popoli.

    epiteti e altri nomi: Ingannatrice, Sposa di Sangue, Sposa (Slapen).
    culto: Slapen, Bangheid.
    simboli: Velo, verbena, falce, pergamena, il numero 11.
    festività e riti: Alcuni riti del culto Slapen.
    rapporti con altre divinità: Amante di Ashdan.




    calendario




    riepilogo dei nomi e dei termini


    Acht: ottavo mese (Luna) dell'anno (Sole).
    Ancella della dea: epiteto delle Banshee.
    Araton il Fedele: uno dei sette saggi. Figlio delle terre.
    Ashdan: divinità maschile della guerra. Figlio di Estele e amante di Firyal.
    Ashkemskin: una delle razze che popolano l'Impero.
    Bangheid: uno dei quattro culti presenti nell'Impero.
    Banshee: una delle razze che popolano l'Impero.
    Bor lo Straniero: uno dei sette saggi. Figlio delle terre.
    Bryonia: personificazione della Sapienza. Figlia maggiore di Estele e sorella di Serana e Hana.
    Daneka: capitale dell'Impero.
    Dea Madre: epiteto di Estele.
    Dunkeljor: una delle razze che popolano l'Impero.
    Drie: terzo mese (Luna) dell'anno (Sole).
    Elf: undicesimo mese (Luna) dell'anno (Sole).
    Emophiler: una delle razze che popolano l'Impero.
    Esteel: fanciulla con il ruolo di impersonare la dea designata dal popolo durante la festività del Wisaak.
    Firyal: divinità femminile della guerra. Amante di Ashdan.
    Estele: Prima Dea e Dea Madre di tutto il creato. Viene indicata anche con epiteti come Somma Dea e Dea Madre.
    Faris: il primo umano. Amante di Hana e figlio delle terre.
    Figli delle terre: termine con cui vengono designati umani e Golem.
    Firion il Morente: uno dei sette saggi. Figlio delle terre.
    Giusta:
    Golem: esseri di argilla dalle sembianze vagamente antropomorfe. Figli delle terre.
    Hana: personificazione dell'Emozione. Figlia minore di Estele e sorella di Serana e Bryonia.
    Iekem: uno dei cinque regni nei quali è suddiviso l'Impero.
    Iriel
    Iuhen il Superbo: uno dei sette saggi. Figlio di Faris e di Seriw.
    Jahdva: uno dei cinque regni nei quali è suddiviso l'Impero.
    Jaramel: divinità maschile dei fiumi. Gemello di Maranel e figlio di Estele.
    Kamar: personificazione della Giustizia, figlia della Sapienza (Bryonia) e della Volontà (Serana).
    Kernel
    Lemne
    Lhupegis: una delle razze che popolano l'Impero.
    Luinil: divinità femminile delle fiamme. Sorella e moglie di Lumbar e figlia di Estele.
    Lumbar: divinità maschile delle fiamme. Fratello e marito di Luinil e figlio di Estele.
    Luna: mese dell'anno. 12 Lune formano un anno solare (Sole). Ciascuna Luna ha un nome proprio.
    Maranel: divinità femminile dei fiumi. Gemella di Jaranel e figlia di Estele.
    Mejse: promesso/a sposo/a dei figli della regina, nonché loro compagno di danze durante la festività del Wisaak.
    Melinir: una delle razze che popolano l'Impero.
    Melisos
    Melsos: uno dei cinque regni nei quali è diviso l'Impero.
    Minder: uno dei quattro culti presenti nell'Impero.
    Muro di Iriel: muro eretto tra il regno di Jahdva e il regno di Lemne.
    Negen: nono mese (Luna) dell'anno (Sole).
    Ninfa: una delle razze che popolano l'Impero.
    Occhi della dea: due amuleti all'interno dei quali è incastonata una grossa pietra preziosa dai riflessi azzurro cielo, e che, secondo il culto Virouw hanno il potere di "creare o distruggere qualsiasi elemento.". Per essere utilizzati necessitano di essere uniti. Quello che si crede essere il primo Occhio è conservato gelosamente in un tempio dell'isola di Rojin.
    Ordine degli Stregoni
    Patriarca
    Pluvkhe: una delle razze che popolano l'Impero.
    Rahmsesi: una delle razze che popolano l'Impero.
    Rojin:
    Rojin (Isola):
    Regina: massima autorità dell'impero delle Ninfe, che controlla tutte le terre. Risiede nella capitale Daneka.
    Risveglio: il giorno in cui gli dei si desteranno dal Sonno. Questo evento assume una valenza positiva o negativa a seconda dei culti.
    Samnel:
    Sarnoron l'Arguto: uno dei sette saggi. Figlio delle terre.
    Sinton il Giovane: uno dei sette saggi. Figlio delle terre.
    Sijadim: una delle razze che popolano l'Impero.
    Serana: personificazione della Volontà. Figlia di Estele e sorella di Hana e Bryonia.
    Sette Saggi:
    Seriw: personificazione della Superbia. Figlia di Ashdan e Bryonia.
    Slapen: uno dei quattro culti presenti nell'Impero.
    Sole: anno solare. Con questo termine vengono indicati gli anni dalla poplazione dell'impero, con espressioni come "Il terzo sole dopo Merisel La Valida" o "Tredici soli fa". Un Sole è composto da 12 Lune.
    Somma Dea: epiteto di Estele.
    Sonno: stato di incoscienza nel quale le leggende narrano siano caduti gli dei, in attesa del Risveglio.
    Terre: personificazione del mondo.
    Thauron il Muto: uno dei sette saggi. Amante della Giusta e figlio delle terre.
    Tien: decimo mese (Luna) dell'anno (Sole)
    Umano: una delle razze che popolano l'Impero.
    Vier: quarto mese (Luna) dell'anno (Sole)
    Virouw
    Vymn
    Wisaak: importante festività del culto Bangheid dalla durata di tre giorni. Si svolge durante la luna di Negen.

    creato da game on - only for vermilion gdr



    a chi riconosce le gif di ciascun film / telefilm ed i riferimenti dei miti ad esperimenti / leggende / roba randomness faccio un tempio u.u


    Edited by a little more - 24/4/2019, 20:45
     
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0 replies since 26/3/2016, 15:49   281 views
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